L'ANNO INIZIA CON L'ARABIA SAUDITA, TUTTI NEL DESERTO PER LA PARIGI-DAKAR

Il 3 gennaio, nel bel mezzo delle feste natalizie per gli italiani, inizia una delle corse automobilistiche più affascinanti al mondo, la Parigi-Dakar. Quello che è in qualche modo il rally per antonomasia ha un’origine molto particolare. 


Nel 1978 il pilota francese Thierry Sabine si perse durante una corsa in Niger. Appena riuscì a ritrovare la giusta via si immaginò una corsa del genere, cioè una corsa con pochi punti di riferimento nel deserto, attraverso diversi Paesi africani francofoni.

Il primo rally fu organizzato già l’anno successivo e, come si capisce perfettamente dal nome della corsa, i motori si accendevano nella capitale francese e si spegnevano definitivamente nella capitale senegalese.


Il rally è stato aperto non solo alle auto ma anche alle moto e ai camion e nella fase originale era lungo almeno 6000 km e attraversava deserti e montagne dell’Africa occidentale.

Come molti sanno la corsa porta ancora il nome del 1979 ma non c’è più né Parigi né Dakar. Dopo diversi problemi e paure avute nella prima parte degli anni 2000 con l’acuirsi del terrorismo, nel 2009 la corsa si è spostata prima in Sud America, tra Argentina, Cile e Perù e dal 2020 in Arabia Saudita, luogo in cui tanto dello sport mondiale si sta dirigendo (ultima conquista, il Mondiale di calcio del 2034).

La Dakar in questi anni è quindi diventata anche un modo per mostrare alcuni luoghi poco noti dell’Arabia Saudita, Paese che accentra tutto l’interesse anche turistico su due città, Riad e Jeddah, con Mecca e Medina visitate soprattutto da persone di fede islamica. 

Quest’anno la corsa parte da Bisha, una cittadina molto bella nella regione di Asir. Per chi capita in questa bellissima cittadina, quello che salta agli occhi sono i meravigliosi palmeti e le oasi rigogliose, che contrastano con il paesaggio desertico circostante. 


Sembra davvero di vivere l’esperienza di un film in cui l’oasi rompe l’effetto monotono del deserto continuo. Se riuscite davvero ad andarci, assaggiate i datteri, si dice, il meglio che c’è in tutto il Medio Oriente.

Dopo Bisha, la corsa arriva a Al-Henakiyah, circondata da paesaggi desertici affascinanti. I visitatori possono esplorare le dune di sabbia e le aree rocciose, ma soprattutto vivere in parte anche loro l’avventura dei piloti, con avventure in fuoristrada, safari nel deserto o semplicemente per ammirare l'alba o il tramonto.

Dopo essere passata anche per Riad, la corsa poi tocca altre due bellissime città arabe, Haradh, luogo di accesso ideale per esplorare il Rub' al-Khali, il più grande deserto sabbioso continuo del mondo.

Qui sarebbe eccezionale organizzare un campeggio nel deserto e lasciarsi cullare dalle tradizioni beduine. Infine la gara termina a Shubaytah, altro punto di riferimento per visitare il Rub' al-Khali, dove sarebbe fantastico prima di tutto assaggiare i cibi beduini, il kabsa e il pane cotto nella sabbia in primis, e poi intrattenersi in tenda di notte per fare astroturimo.

Con la completa assenza di inquinamento luminoso, la volta stellata che potrete ammirare non la dimenticherete (e forse non la troverete) mai più.


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