Continua il nostro tour nei musei sportivi del mondo. Oggi è il giorno di Manchester, o meglio di una sponda di Manchester, quella rossa, quella dei Red Devils. Il centro di tutto non può che essere l’Old Trafford, stadio a dir poco epico per tutto quello che ha visto in questi anni di storia calcistica.
Visitare l’Old Trafford è un viaggio in sé prima, durante e dopo la visita stessa. Prima di tutto bisogna ricordarsi che quello stadio che guardiamo dall’esterno è stato battezzato come “Theatre of Dreams” e lo ha fatto uno dei calciatori migliori che ne ha calpestato l’erba, Sir Bobby Charlton, proprio per descrivere la magia che scaturisce da ogni pietra e ogni ciuffo d’erba di quello stadio.
Sempre all’esterno poi è possibile ammirare la “Holy Trinity”, ovvero la statua che raffigurare la santa trinità macuniana George Best, Denis Law e proprio Sir Bobby Charlton, i tre campioni che hanno fatto grande lo United degli anni ‘60. Prima dell’entrata dell’East End poi un piccolo orologio segna un’ora tragica: è l’orologio di Monaco del 1958 e segna il momento esatto in cui avvenne il disastro aereo a causa del quale morirono 23 dei 44 presenti a bordo dell’aereo che stava portando a casa la squadra dopo una partita di Coppa dei Campioni.
Una volta dentro poi, oltre a restare estasiati dal trovarsi sul campo da gioco del Manchester United calpestato da gente come Cantona, Cristiano Ronaldo, Best e tanti altri, si può toccare con mano il tunnel originale, datato 1910, usato per decenni prima che ne venisse costruito uno nuovo.
Una volta dedicatisi all’Old Trafford, c’è il Museo. Il Museo è abbastanza tradizionale, diviso per sezioni molto chiare e facili da ammirare.
Prima di tutto ci sono tre aree dedicate alle origini del club, nato come Newton Heath nel 1878, a cui segue la sua trasformazione in Manchester United nel 1902. Poi c’è l’immancabile e strapiena sala dei trofei con i 20 titoli nazionali, le 13 Coppe d’Inghilterra e le tre Champions League in bella mostra, oltre a tutto il resto. Infine la sala dei filmati storici dove è possibile immergersi fino al collo in quella che è stata una storia davvero gigantesca.
Spazi appositi poi sono dedicati a un momento tragico e uno estatico della storia del club. Della tragedia abbiamo già accennato parlando dell’orologio di Monaco.
Una sezione è dedicata infatti a giocatori, tecnici e supporter periti in quel terribile incidente del 1958. L’altra sezione invece ci parla del “Treble del 1999”, quando i Red Devils vinsero Premier League, FA Cup e Champions League con l’incredibile finale di Barcellona contro il Bayern Monaco a suggellare il tutto.
Il percorso museale è costellato di pannelli informativi, memorabilia e omaggi ai grandi nomi che hanno segnato la storia del club. Parliamo di gente come George Best, Eric Cantona, Ryan Giggs, Sir Bobby Charlton, Cristiano Rolando e di cui troviamo davvero di tutto.
Insieme al Museo si può continuare la visita guidata dell’Old Trafford passeggiando per gli spogliatoi dei giocatori, il tunnel d’ingresso al campo, la panchina e l’area tecnica e la sala stampa. Al termine della visita poi, si può fare shopping nel negozio ufficiale per acquistare maglie, souvenir e altri articoli del Manchester United.
Un tuffo nella storia, nella passione e nell’epica del Manchester United, soprattutto in un lungo periodo di crisi come quello attuale, è un salto in una squadra che è diventata mito.